1965-1967 OPTICAL B/N; COMPLEMENTARI

È il momento in cui l’immagine trova una sua regola “costruttiva”, quello della potenzialità espressiva dell’iterazione di un modulo che si è andato precisando in una serie di disegni, prima sotto forma di schizzi, poi regolarizzati dagli strumenti di misurazione. La “cellula” è proposta sia nell’iterazione identica, sia in quella differente sia diventa origine della forma complessiva del quadro. Al valore inaugurale attribuito al modulo occorre contrapporre la sua moltiplicazione e traslazione, una paradossale figura di ridondanza che pure costituisce l’elemento caratterizzante la singola opera.
La scelta della bicromia equivale all’annullamento di ogni riferimento referenziale, natura-listico o architettonico che sia. Il riferimento alle esperienze della ricerca ottico-cinetica europea, alle soglie degli anni sessanta è evidente. Più che agli effetti di instabilità e di cangianza della figura, Rizzato è sempre interessato però alla sua natura architettonica. Sono questi gli anni in cui l’artista lavora in contatto e scambio con un altro artista dell’area milanese, Oliviero Berni, con cui intreccia un proficuo dialogo di lavoro.
Il passaggio dall’opposizione elementare B/N a quella del colore primario e successivamente della coppia dei colori complementari, associata sempre alla presenza del B/N, è un momento di arricchimento, di verifica delle possibilità espressive della costruzione realizzata in presenza di una tavolozza, sempre disciplinata, ma quantitativamente ampliata.
Episodio importante è la partecipazione di Rizzato alle attività del gruppo di ricerca inter-disciplinare Il parametro di Milano: uno dei frutti della collaborazione con Miro Cusumano è la realizzazione nel 1968/69 dell’opera, a quattro mani, Interata 1.