1952-1969 PAESAGGIO/FIGURA

La stagione d’esordio di Romano Rizzato si svolge su un duplice registro: da una parte l’interesse per l’architettura e per la figura umana, colta tanto nella dimensione del ritratto d’occasione quanto in quello familiare; dall’altra è l’impegno nell’illustrazione per l’editoria, che lo spinge a usare anche la firma “Sergio”, quasi a voler distinguere le diverse intenzioni messe in opera, dall’abilità descrittiva della figura “applicata” al desiderio di sintesi dell’opera autonoma.
La scelta del disegno dal vero di scorci urbanistici milanesi, legati soprattutto alla “nuova architettura” industriale, tradizionalmente impoetica, è certamente eredità di una tradizione del primo Novecento e delle pulsioni del secondo dopoguerra, tese a riscattare la periferia urbana a soggetto della pittura, dall’altra permette un esercizio di taglio dell’inquadratura e di analisi equilibrata dei volumi che saranno scelte costanti nella ricerca successiva.
Nel ritratto come nelle illustrazioni Rizzato è attento soprattutto al carattere “teatrale” che la messa in scena di una immagine per l’infanzia deve necessariamente contrarre: dalla scelta arcaicizzante del profilo nel “Ritratto di Ada” al punto di vista alto/basso diagonale dell’illustrazione dell’episodio fiabesco.